HAI BISOGNO DI AIUTO?

Cosa fare per difendermi dalla violenza in caso di emergenza?

In caso di pericolo immediato o di violenza subita
Rivolgiti alle Forze dell’Ordine, al Pronto Intervento o ad un Centro Antiviolenza.
– se non riesci a farlo da sola chiedi a qualcuno di chiamarli per te
– se puoi scappare porta con te i tuoi figli e le tue figlie e aspetta l’arrivo delle Forze dell’Ordine

Numeri utili in caso di violenza:
Carabinieri – 112
Polizia di Stato – 113
Emergenza sanitaria – 118
Centro antiviolenza Le Onde Onlus – 091 327973
 (dal lunedì al sabato, esclusi i festivi, dalle ore 9.00 alle ore 14.00 e dalle 14.30 alle ore 19.30)

– Numero Antiviolenza Donna – 1522:
numero verde di pubblica utilità del Dipartimento per le Pari Opportunità per l’emersione e il contrasto della violenza intra ed extra familiare a danno delle donne. È attivo 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno ed accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, con un’accoglienza disponibile nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo.
Le operatrici telefoniche forniscono una prima risposta ai bisogni delle vittime di violenza di genere e stalking, offrendo informazioni utili e un orientamento verso i servizi socio-sanitari pubblici e privati presenti sul territorio nazionale, come ad esempio il Centro Antiviolenza Le Onde Onlus.


Che cosa devo fare se ho subito percosse e atti violenti?

In caso di ferite e traumi
Hai subito un’aggressione fisica con schiaffi, calci o pugni, sei stata ferita con oggetti contundenti o hai subito ferite da arma da taglio?
Vai al Pronto Soccorso più vicino e fatti rilasciare un referto dal medico di turno.
Oppure fatti rilasciare un certificato dal tuo medico di fiducia o da qualsiasi altro medico che accerti e documenti l’accaduto, data, ora e circostanze. Sarà una prova scritta molto importante in caso di processo penale in seguito a denuncia della violenza.

Se sei ancora in pericolo
Chiama le forze dell’ordine.
In ogni caso, rivolgiti al Centro antiviolenza 091 327973 o chiama il numero Antiviolenza Donna – 1522: riceverai aiuto e consigli per decidere come procedere legalmente e come tutelare te, i tuoi figli e le tue figlie.

Alcuni consigli generali per proteggerti dalla violenza
Non sottovalutare mai il rischio che corri, e non giustificare comportamenti violenti in nome dell’amore.

Allontanati dal contesto potenzialmente violento e ricorda di essere prudente.

Condividi la tua storia con le persone di cui ti fidi per tornare ad essere libera di decidere della tua vita.

Raccogli e conserva le prove di minacce o stalking (lettere, biglietti, messaggi telefonici, video e foto minacciose, messaggi sui social, mail, ecc.).

Chiedi aiuto al Centro Antiviolenza. Lì incontrerai donne pronte a sostenerti ed aiutarti ad uscire dal tunnel della violenza. Potrai ricevere un sostegno psicologico e/o una consulenza legale GRATUITA. Non sarai mai più SOLA! Dalla violenza si può uscire, ci sono riuscite migliaia di donne, puoi riuscirci anche tu.


Che cos’è la violenza contro le donne?

La violenza maschile sulle donne assume molteplici forme e modalità, sebbene la violenza fisica sia la più facile da riconoscere. Non esiste un profilo della donna-tipo che subisce violenza. La violenza può coinvolgere tutte le donne, senza differenze di età, contesto sociale, etnia o religione.

VIOLENZA FISICA
Qualsiasi atto guidato dall’intenzione di fare del male o terrorizzare la vittima.

Atti riconducibili alla violenza fisica sono:
– lancio di oggetti
– spintonamento
– schiaffi
– morsi, calci o pugni
– colpire o cercare di colpire con un oggetto
– percosse
– soffocamento
– minaccia con arma da fuoco o da taglio
– uso di arma da fuoco o da taglio.
Tali forme ricorrono nei reati di percosse, lesioni personali, violenza privata, violazione di domicilio, sequestro di persona.

VIOLENZA SESSUALE
L’imposizione di pratiche sessuali indesiderate o di rapporti che facciano male fisicamente e che siano lesivi della dignità, ottenute con minacce di varia natura e senza il consenso della donna.

L’imposizione di un rapporto sessuale o di un’intimità non desiderata è un atto di umiliazione, di sopraffazione e di soggiogazione, che provoca nella vittima profonde ferite psichiche oltre che fisiche.

VIOLENZA PSICOLOGICA
Racchiude ogni forma di abuso che lede l’identità e la dignità della donna, privandola della libertà di scegliere, decidere, desiderare:
– attacchi verbali come la derisione, l’insulto, la denigrazione, la molestia verbale, finalizzati a convincere la donna di “non valere nulla”, per meglio tenerla sotto controllo;
– isolare la donna, allontanarla dalle relazioni sociali di supporto o impedirle l’accesso alle risorse economiche, in modo da rinchiuderla in una relazione di dipendenza totale;
– gelosia ed ossessività, controllo eccessivo, accuse ripetute di infedeltà e controllo delle sue frequentazioni;
– minacce verbali di abuso, aggressione o tortura nei confronti della donna e/o della sua famiglia, i figli, le figlie, gli amici e le amiche;
– minacce ripetute di abbandono, divorzio, inizio di un’altra relazione, allontanamento dei figli e delle figlie, se la donna non soddisfa determinate richieste;
– danneggiamento o distruzione degli oggetti di proprietà della donna;
– violenza sugli animali cari alla donna e/o ai suoi figli e alle sue figlie;
Nella violenza psicologica non si tratta di impeti d’ira momentanei ma di un tormento costante e intenzionale con l’obiettivo di sottomettere l’altra e mantenere il proprio potere e controllo.

VIOLENZA ECONOMICA
Spesso è difficile da registrare come una forma di violenza. Può sembrare normale e scontato che la gestione delle finanze familiari spetti all’uomo. Si definisce violenza economica:
– limitare o negare l’accesso alle finanze familiari;
– occultare la situazione patrimoniale e le disponibilità finanziarie della famiglia;
– vietare, ostacolare o boicottare il lavoro fuori casa della donna;
– non adempiere ai doveri di mantenimento stabiliti dalla legge;
– sfruttare la donna come forza lavoro nell’azienda familiare senza dare in cambio nessun tipo di retribuzione;
– appropriarsi dei risparmi o dei guadagni del lavoro della donna e usarli a proprio vantaggio;
– attuare ogni forma di tutela giuridica ad esclusivo vantaggio personale e a danno della donna (per esempio l’intestazione di immobili).
Tale forma di controllo diretto, che limita e/o impedisce l’indipendenza economica della donna, spesso non permette la sottrazione da una relazione distruttiva di maltrattamento perché genera nella donna, soprattutto se madre, la paura di non poter provvedere a se stessa e ai suoi figli e figlie in caso di separazione.

STALKING
Il comportamento controllante messo in atto dal persecutore nei confronti della vittima da cui è stato rifiutato (prevalentemente è l’ex partner). Spesso le condotte dello stalker sono subdole, volte a molestare la vittima e a porla in uno stato di soggezione, con l’intento di compromettere la sua serenità, farla sentire braccata, comunque non libera.

MECCANISMI DELLA VIOLENZA
La violenza più diffusa, al contrario di quanto si pensa, è quella che avviene all’interno delle mura domestiche, ovvero in ambito familiare. La violenza domestica consiste in una serie continua di azioni diverse ma caratterizzate da uno scopo comune: il dominio e controllo da parte di un partner sull’altro, attraverso violenze psicologiche, fisiche, economiche, sessuali.

Il meccanismo che meglio definisce le fasi di una condizione di violenza domestica subita da una donna viene chiamato “spirale della violenza” o “ciclo della violenza” ad indicare le modalità attraverso cui l’uomo violento raggiunge il suo scopo di sottomissione della partner facendola sentire incapace, debole, impotente, totalmente dipendente da lui. Le fasi della spirale della violenza possono presentarsi in un crescendo e poi “mescolarsi”. Isolamento, intimidazioni, minacce, ricatto dei figli, aggressioni fisiche e sessuali si avvicendano spesso con una fase di relativa calma, di false riappacificazioni, con l’obiettivo di confondere la donna e indebolirla ulteriormente.

> VIOLENZA SUI LUOGHI DI LAVORO

> MOBBING

> VIOLENZA DENTRO LA FAMIGLIA

> VIOLENZA FUORI DELLA FAMIGLIA – A SCUOLA

> VIOLENZA ASSISTITA

> UOMINI MALTRATTANTI


Come posso affrontare le spese legali in caso di violenza, se non ho un reddito?

Le donne vittime di violenza in difficoltà economiche possono accedere all’assistenza legale senza costi attraverso il gratuito patrocinio
Non farti spaventare da questo aspetto. Rivolgiti subito a un Centro Antiviolenza, per avere consigli legali e supporto. Grazie all’aiuto delle donne che ti accoglieranno, potrai avere tutela qualunque sia la tua situazione.


Quali sono le norme e leggi sulla violenza in Italia?

Se ho subito violenza, che cosa posso decidere di fare dal punto di vista legale?

Davanti a te hai diverse possibilità.

a) Puoi porgere una querela ai danni del tuo aggressore:
È possibile denunciare una violenza fino a tre mesi dopo presentandosi presso la Questura o presso la sede più vicina di Carabinieri o della Polizia, con una certificazione medica che attesti l’avvenuta violenza.

b) Puoi decidere di non denunciare ma poter comunque allontanare il partner violento:
Puoi rivolgerti a un legale per chiedere al Tribunale un ordine di protezione civile, ovvero un provvedimento con cui il Giudice può ordinare al tuo aggressore:
– di allontanarsi da casa;
– di porre fine alle condotte pregiudizievoli che pone in essere nei tuoi confronti;
– il divieto di avvicinarsi ai luoghi che frequenti o dove lavori;

c) In caso di stalking puoi decidere di non denunciare ma volerti comunque tutelare:
– Puoi richiedere al Questore l’ammonimento di chi pone in essere nei tuoi confronti atti persecutori: il Questore, una volta ascoltati i fatti, potrà ammonire lo stalker invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge.

Qui trovi un Facsimile della richiesta di ammonimento in cui riportare nel dettaglio i comportamenti persecutori subiti.


Che cosa sono gli stereotipi di genere?

In una visione semplicistica e tradizionalista, esisterebbero specifiche caratteristiche di genere (femminile, e in modo diverso anche maschile) attribuibili ad ogni singolo individuo di quel genere. Sono attribuzioni legate a  luoghi comuni che non corrispondono alla realtà. Per esempio, per l’uomo: senso di responsabilità, spirito di iniziativa, coraggio, forza; e per la donna invece: irrazionalità, istinto di conservazione, paura, debolezza… Gli stereotipi di genere impediscono di distinguere la singola persona e le sue caratteristiche da quelle che si ritiene debbano essere le caratteristiche del suo genere. Sono generalizzazioni che per lungo tempo hanno influenzato le aspirazioni delle donne e i comportamenti verso le donne. Ingabbiando l’individualità, limitano la libertà di azione ed espressione in tutte le sue forme, arrivando a anche a fornire giustificazione a violenze psicologiche e maltrattamenti.

 

LE ONDE ETS
Viale Campania 25
90144 Palermo
tel. 091 327973
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Lunedì e Venerdì dalle ore 9.00 alle ore 14.00 e dalle 14.30 alle 19.30, escluso i festivi.